Numerosi assessori regionali e produttori di indicazioni geografiche soci dell’AREPO si sono riuniti a Barcellona, in Catalogna, Regione mondiale della Gastronomia 2025, in occasione della seconda Assemblea Generale annuale dell’associazione.
Nel momento in cui le istituzioni europee si preparano ai negoziati sulla futura Politica Agricola Comune (PAC), i soci dell’AREPO hanno espresso forte preoccupazione di fronte a proposte caratterizzate da una netta riduzione del bilancio e un’architettura difficile da interpretare.
L’AREPO desidera avviare un dialogo costruttivo con le istituzioni europee, al fine di comprendere le motivazioni di tali scelte e proporre piste di miglioramento concrete. L’intenzione dichiarata della Commissione europea, con l’introduzione di un fondo unico e la scomparsa dei due pilastri tradizionali della PAC, sarebbe quella di semplificare il sistema. Tuttavia, i soci dell’AREPO temono che ciò possa tradursi in una riduzione delle risorse, una diluizione degli obiettivi, una perdita di coesione e un indebolimento del carattere comune della politica agricola.
Fin dalle origini dell’Unione, l’agricoltura ha rappresentato un pilastro della costruzione europea e della sua coesione. Una PAC forte è essenziale per preservare questo ruolo e garantire un modello di sviluppo equilibrato e sostenibile per tutti i territori.
César Saldaña, presidente del collegio dei produttori dell’AREPO, ha sottolineato «la necessità di una PAC adeguata alle esigenze degli agricoltori, con risorse finanziarie sufficienti. Le proposte attualmente sul tavolo non introducono alcuna misura che risponda alle esigenze specifiche del sistema delle indicazioni geografiche. Le organizzazioni dei produttori restano escluse dagli aiuti diretti e non sono previsti nuovi strumenti di valorizzazione o di sviluppo delle IG».
A sua volta, Alessandro Beduschi, presidente dell’AREPO, ha ricordato che «la PAC è la garante della sovranità alimentare. Condividiamo con la Commissione europea le priorità del ricambio generazionale in agricoltura, dell’adattamento ai cambiamenti climatici e dello sviluppo della ricerca. Per quanto riguarda l’AREPO, siamo pienamente consapevoli della necessità di garantire la sostenibilità delle indicazioni geografiche. Tuttavia, ciò non potrà avvenire in un contesto di indebolimento della PAC, di riduzione delle risorse e di perdita di chiarezza. Su questi temi il discorso non può essere solo contabile».
L’AREPO difende una PAC basata su due pilastri, non per tradizione ma perché hanno dimostrato la loro efficacia, e riafferma la necessità di una nuova politica agricola comune, più innovativa ma anche coerente, capace di rispondere alle sfide attuali dell’agricoltura europea e di salvaguardare la sovranità alimentare dell’Unione.




